L’Ong internazionale Human Rights Watch ha denunciato che nelle carceri irachene e curdo-irachene sono detenuti anche dei bambini o comunque dei giovanissimi, sospettati di aver fatto parte dell’Isis. Sono circa 1.500 e spesso hanno subito torture. Molti sono stati già condannati “dopo processi frettolosi e ingiusti”. Tutto ciò avviene anche “indipendentemente dal loro vero livello di coinvolgimento con il gruppo”, che dominava le aree dove abitavano. Lo ha affermato – come riporta “Il Messaggero” – Jo Becker, direttore di Hrw per la difesa dei diritti dei minori. Questa, ha aggiunto il rappresentante, “non è giustizia, e creerà conseguenze negative per molti di questi ragazzi che dureranno per tutta la vita”.
Ci sono giovani che hanno dichiarato di essere innocenti, ma di avere timore di tornare a casa, una volta estinta la pena, perché ovviamente non vogliono rischiare di essere considerati terroristi né dalle loro famiglie né dalle loro comunità. Altri, già stati rilasciati, affermano di non volersi più recare in zone governative, per timore di finire di nuovo in prigione.
Alessandra Boga
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